Corte di Cassazione: onere della prova di lesa privacy per ottenimento indennizzo

La Corte di cassazione ha bloccato l’indennizzo automatico per violazioni legate alla privacy tramite sentenza n. 15240 del 3 luglio 2014. Pertanto per essere risarcito il titolare dei dati sensibili dovrà dimostrare i danni patrimoniali e morali subiti e la loro entità, a prescindere dalla difficoltà della prova e dalla legittimità del trattamento. La suddetta decisione è in linea con la sentenza n. 26972 del 2008 delle Sezioni Unite, secondo cui il danneggiato deve provare il danno non patrimoniale, in quanto si tratta di danno conseguenza, per essere risarcito.
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