Formazione 4.0, molti i dubbi da sciogliere

Molti ancora i dubbi delle imprese in merito alle disposizioni contenute nel decreto del Mise del 4 maggio 2018 relativo al credito d’imposta formazione 4.0.
In primis le imprese si chiedono se possano rientrare tra i beneficiari i consorzi e le reti d’ impresa e, riguardo alle tecnologie abilitanti per le quali la relativa formazione è agevolabile, auspica l’istituzione di un organismo tecnico che possa dirimere i dubbi delle imprese in merito.
Appare poco chiaro anche il metodo di calcolo del 40 % del costo aziendale dei dipendenti impiegati nella formazione che non è esplicitato se sia basato sul costo orario o sulle giornate lavorative.
Un altro aspetto fumoso del decreto riguarda la definizione delle categorie di lavoratori che possono essere incluse nel novero dei dipendenti (ad esempio soggetti con rapporti lavorativi assimilabili al lavoro dipendente e i lavoratori somministrati) e quindi rientrare nel calcolo del beneficio e soprattutto come sia possibile, nel caso degli apprendisti, soddisfare sia il requisito della formazione finalizzata al consolidamento delle competenze sia alla loro acquisizione se gli apprendisti, per definizione, devono ancora maturare delle competenze.
Infine il punto più controverso del decreto è quello che riguarda la necessità di disciplinare la formazione attraverso contratti collettivi aziendali o territoriali depositati che, visto il ritardo con il quale è stato pubblicato il decreto attuativo, in molti casi è stata regolamentata successivamente allo svolgimento della formazione oggetto del beneficio.
Nel caso in cui esistano dei contratti collettivi già siglati e depositati nel decreto emerge la possibilità che vengano semplicemente integrati con le sole disposizioni relative alla formazione industria 4.0, per permettere alle imprese di beneficiare del credito d’imposta dedicato. 
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