Rating di legalità: sempre più imprese lo scelgono

Sempre più imprese italiane scelgono il rating di legalità. Il patentino che certifica la stabilità societaria viene sfruttato non solo per ottenere agevolazioni in sede di prestito finanziario (specie nel caso di piccole e medie imprese), ma anche per confermare la bontà del business in settori "sensibili", quali risultano essere quello dell’edilizia, dei trasporti e dei rifiuti.

In termini regionali, il grosso delle richieste arriva dalla Sicilia (14%), ma il nord Italia (con il13,2% della Lombardia) rimane in testa per ripartizione territoriale di domande (43,3%). Nei primi nove mesi del 2015 sono state 1077 le richieste di rating inviate all’Autorità garante della concorrenza e del mercato, 174 nel solo mese di settembre: un incremento, questo, di oltre il doppio rispetto alle 83 richieste sopraggiunte a gennaio.

Approvato dal Parlamento alla fine del 2012, il rating di legalità è uno strumento "premiale" e dunque facoltativo, con cui è stato affidato all’Antitrust il compito di attribuire un punteggio da una a tre "stellette" alle imprese virtuose che hanno un fatturato superiore ai due milioni di euro annui e soddisfano una serie di requisiti giuridici. Per ottenere una stelletta, il titolare dell’azienda e gli altri dirigenti non devono avere precedenti penali o tributari (ex dlgs 231/2001). Oltre a non essere stata condannata per illeciti antitrust e in materia di tutela del consumatore nel biennio precedente la domanda, l’impresa deve dimostrare di effettuare pagamenti e transazioni finanziarie oltre i mille euro esclusivamente tramite strumenti tracciabili. Per ottenere un punteggio più alto, il regolamento indica poi altri sei requisiti, rispetto ai quali, possedendone tre, l’azienda ottiene due stellette, possedendoli tutti, le stellette salgono a tre. Ad oggi, le imprese italiane cui è stato attribuito un rating di legalità risultano 1114, con 33 società cui è stato rinnovata la certificazione (il rating ha durata due anni dal momento del rilascio ed è rinnovabile su richiesta) e 5 revoche totali (per sopraggiunto non rispetto dei parametri). Stando ai dati di settembre, l’attribuzione dei rating si è avuta nell’81% dei casi totali, contro un 4,4% di dinieghi, e uno 0,4% di revoche. Circa l’80% delle imprese che inoltrano la richiesta hanno un fatturato compreso tra i 2 e i 50 milioni di euro annui, mentre il 55,2% del totale è costituita in forma di società a responsabilità limitata.

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