La Camera di Commercio di Bologna ha stanziato 600.000 euro per sostenere le micro, piccole e medie imprese del territorio nella realizzazione di impianti fotovoltaici e/o eolici destinati alla produzione di energia da fonti rinnovabili.
L’obiettivo è favorire l’autoconsumo, ridurre i costi energetici e promuovere la nascita di Comunità Energetiche Rinnovabili tra imprese, attraverso contributi a fondo perduto per l’installazione di impianti sugli immobili aziendali della città metropolitana di Bologna.
Il fondo complessivo stanziato è di 600.000 euro.
I contributi sono a fondo perduto e coprono il 50% delle spese ammissibili e ogni impresa può presentare una sola domanda.
Fino a € 20.000 per impianti destinati all’autoconsumo aziendale;
€ 8.000 di investimento complessivo per le domande standard;
€ 30.000 di spesa complessiva se l’impresa aderisce (o intende aderire) a una CER;
Il contributo non è cumulabile con altri aiuti pubblici relativi alle stesse spese, se rientrano nel regime “de minimis” o tra gli aiuti autorizzati dalla Commissione UE.
È invece compatibile con altri contributi che non costituiscono aiuti di Stato, purché non si superi il valore totale dell’investimento.
L’agevolazione è concessa in regime “de minimis”:
fino a 300.000 euro in tre anni per la generalità delle imprese (Reg. UE 2023/2831);
fino a 50.000 euro per le imprese agricole (Reg. UE 1408/2013, modificato dal Reg. UE 2024/3118).
I massimali si calcolano sull’impresa unica, considerando eventuali collegate o controllate.
Possono richiedere il contributo le micro, piccole e medie imprese (MPMI) con sede legale o operativa nella città metropolitana di Bologna, iscritte al Registro Imprese/REA della Camera di Commercio di Bologna.
Requisiti obbligatori (dalla data di domanda fino all’erogazione del contributo):
A. Essere MPMI, con sede o unità locale nel territorio metropolitano di Bologna, iscritte al Registro Imprese/REA della CCIAA di Bologna;
D. Essere attive e aver comunicato l’inizio attività nel luogo dove si realizzerà l’impianto;
E. Avere un contratto di fornitura elettrica non domestica, collegato al POD del sito d’installazione;
F. Essere in regola con il pagamento del diritto annuale camerale;
G. Non essere in stato di difficoltà o soggette a procedure concorsuali/liquidazione giudiziale;
H. Essere in regola con il DURC (posizione contributiva INPS/INAIL);
I. Non essere fornitori della CCIAA di Bologna;
J. Non avere provvedimenti interdittivi o condanne penali rilevanti;
K. Nessun socio o amministratore deve avere cause di divieto, decadenza o sospensione antimafia;
L. Essere in regola con le normative sulla salute e sicurezza sul lavoro;
M. Non aver ricevuto contributi nel 2023 o 2024 per bandi analoghi della CCIAA di Bologna.
Non possono partecipare al bando:
Le imprese dei settori pesca e acquacoltura;
Le imprese con attività prevalente identificata dai codici ATECO:
• 35.11 / 35.12 – produzione di energia elettrica;
• 68.1 / 68.2 / 68.3 – attività immobiliari;
• 92.0 – giochi, lotterie e scommesse.
Sono ammesse al contributo solo le spese al netto dell’IVA sostenute dal 1° gennaio 2025 o da sostenere entro il 30 settembre 2026, documentate da preventivi o contratti con fornitori abilitati.
Le spese ammissibili riguardano:
1. Impianti fotovoltaici e/o micro/mini eolici
Spese per fornitura e installazione di nuovi impianti destinati prevalentemente all’autoconsumo dell’azienda (almeno il 70% dell’energia prodotta, ridotta al 50% se in una CER). Sono inclusi anche i costi di trasporto, installazione e sicurezza.
2. Spese tecniche
Spese come diagnosi energetica, progettazione, direzione lavori, collaudo – fino al 20% dell’importo dell’impianto.
3. Sistemi di accumulo
Se collegati all’impianto, sono ammessi fino al 20% dell’importo dell’impianto.
4. Rimozione amianto
Rimozione e smaltimento di coperture in cemento-amianto, solo se funzionale all’installazione dell’impianto – massimo 10% dell’importo dell’impianto.
Gli impianti devono essere nuovi (non sono ammessi adattamenti di impianti esistenti);
Le spese accessorie (tecniche, accumulo, amianto) sono ammissibili solo se collegate all’impianto principale;
L’immobile deve essere di proprietà o in disponibilità del richiedente per almeno 3 anni;
L’impianto deve restare in funzione presso l’azienda per almeno 3 anni. In caso contrario, il contributo viene revocato.
Non sono ammesse al contributo le seguenti voci di spesa:
Spese non previste tra quelle ammissibili;
Fatture che non riportano correttamente il codice CUP (quando richiesto);
Interventi su immobili utilizzati solo come deposito;
Lavori eseguiti in economia dall’impresa richiedente;
Acquisto diretto di materiali da parte dell’impresa;
Acquisto di beni usati;
Operazioni in leasing;
Imposte e tasse;
Contributi previdenziali addebitati dai professionisti;
Acquisto di strumenti non strettamente collegati all’impianto;
Acquisto di beni o materiali di consumo;
Estensione di garanzia su impianti o attrezzature;
Canoni di manutenzione o assistenza;
Interventi di manutenzione ordinaria o straordinaria;
Interessi di mora, interessi debitori e oneri finanziari.
Sono inoltre escluse le spese fatturate da:
Soci, amministratori, sindaci o dipendenti dell’impresa richiedente, nonché da parenti entro il secondo grado (salvo soci con contratto di lavoro e senza cariche sociali);
Imprese collegate o controllate, o con assetti proprietari sostanzialmente coincidenti con l’impresa richiedente.
Le domande di contributo devono essere presentate esclusivamente in modalità telematica, tramite la piattaforma dedicata con firma digitale del legale rappresentante dell’impresa. Il portale sarà attivo dalle ore 11:00 del 20 marzo 2025 fino alle ore 13:00 del 22 aprile 2025.
Le domande verranno valutate senza tenere conto dell’ordine di arrivo: tutte quelle pervenute nei termini avranno pari dignità.
Il contributo sarà assegnato in via prioritaria alle imprese femminili, giovanili e a quelle in possesso del rating di legalità. In caso di risorse insufficienti, a queste categorie sarà applicata una riduzione proporzionale, prima di passare all’eventuale assegnazione alle altre imprese ammissibili, anch’esse con possibile riduzione.
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Bando strutture alberghiere FVG 2025: disponibili 10 milioni di euro per nuove strutture ricettive e riconversioni in alberghi a 4 stelle o superiori. Contributi a fondo perduto fino al 30% delle spese e a 2,5 milioni di euro per progetto, con investimento minimo di 4 milioni di euro. Domande via PEC dal 25 agosto al 17 ottobre 2025.
SIMEST rafforza la misura Transizione digitale o ecologica: dal 7 agosto 2025 possono accedere anche le imprese non esportatrici appartenenti a filiere a vocazione esportatrice. Novità anche per le spese: agevolabili i costi per la diagnosi energetica. Finanziamenti fino a 5 milioni di euro e contributi a fondo perduto fino a 200.000 €, con fondo perduto del 20% esteso anche a chi si impegna a conseguire la diagnosi entro la stipula.