RUBRICA 5.0 SMART Formazione 5.0: requisiti, modalità, vantaggi.

Nei precedenti articoli della nostra rubrica 5.0 Smart abbiamo parlato del metodo di calcolo del risparmio energetico anche attraverso l’illustrazione di alcuni casi pratici ed affrontato il tema dei vincoli normativi e delle opportunità legate al fotovoltaico.

Oggi approfondiremo il tema delle attività di formazione, anch’esse oggetto di agevolazione del piano Transizione 5.0.

Il Decreto Ministeriale “Transizione 5.0” all’art. 4 comma 2 lettera b) prevede infatti che siano agevolabili anche “le spese in attività di formazione finalizzate all’acquisizione o al consolidamento delle competenze nelle tecnologie rilevanti per la transizione digitale ed energetica dei processi produttivi.(…)”

La possibilità di agevolare le attività di formazione richiama alla memoria la precedente esperienza del credito d’imposta formazione 4.0, introdotta con la legge di Bilancio 2016, di cui potrebbe sembrare la naturale continuazione.

In realtà sussistono importanti differenze.

Le attività formative agevolabili nel contesto della Transizione 5.0 sono soggette a regole più rigide. Proprio in quest’ottica nel DM è stato previsto un Allegato (il numero 2), all’interno del quale sono state puntualmente elencate le materie di cui deve trattare la formazione relativa alla transizione energetica (dall’ A.1 all’ A.4) e quella relativa alla transizione digitale dei processi produttivi (dal B.1 al B.4).

Le attività formative devono avere una durata minima di 12 ore, devono prevedere un esame finale e possono essere erogate in modalità remota.

I corsi non possono più essere erogati senza distinzione da soggetti interni o esterni l’impresa, ma solo da questi ultimi. Di conseguenza sono abilitati all’attività di formatori:

  • Università ed enti pubblici di ricerca;
  • Settore EA37 della Uni ISO 9001;
  • ITS Academy, European Digital Innovation Hub e centri di competenza di alta specializzazione;
  • Soggetti accreditati dalla Regione o presso i fondi interprofessionali.

 

Le spese per la formazione non possono superare il limite totale del 10% dell’investimento “trainante” (analogamente a quanto previsto per il fotovoltaico, non è possibile agevolare le attività di formazione senza un investimento in beni strumentali 4.0) e il valore massimo di 300.000,00 €.

I costi ammissibili sono relativi ai formatori, spese di viaggio e forniture degli stessi, costi di consulenza, spese per il personale dipendente e anche per i soci lavoratori.

Per quest’ultimi sono ammissibili esclusivamente le spese pari al costo medio aziendale, riferito alle ore di formazione dei dipendenti impiegati come discenti impegnati nel medesimo corso.

È quindi conveniente investire anche su attività di formazione nonostante questi nuovi vincoli?

La nostra risposta è senza dubbio SEMPRE.

Perché la formazione dovrebbe essere una parte integrante delle attività di un’azienda che attribuisce il giusto valore alle competenze dei propri collaboratori.

Perché quando si affronta un progetto di innovazione l’adeguata formazione del personale coinvolto garantisce il successo del progetto ed il raggiungimento degli obiettivi prefissati in minor tempo e con maggior efficacia.

Nel prossimo articolo, in uscita mercoledì 4 dicembre 2024, tratteremo il tema del Principio DNSH nell’ambito del Piano Transizione 5.0, un ulteriore approfondimento perché tu possa coglierne al massimo le opportunità.

Per informazioni dubbi o chiarimenti, cliccate sul banner riportato sotto.

 

Articolo a cura dell’ Ing. Salvatore Rossini

Ingegnere Industriale

Collaboratore Area Progetti e Consulenza di Esclamativa

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News & Eventi
Esclamativa 02/12/2024 FESR: contributi a fondo perduto per l'inserimento di manager nelle PMI della Provincia autonoma di Trento

Contributi a fondo perduto per la transizione digitale e sostenibile delle PMI della Provincia di Trento

Con l'Avviso FESR 1/2024 si mira a supportare le PMI della Provincia autonoma di Trento nel potenziamento delle competenze interne, incentivando l’assunzione di figure manageriali specializzate nei settori della Strategia di Specializzazione Intelligente (S3) provinciale.

Il bando offre un contributo a fondo perduto che copre il 50% delle spese ammissibili, fino a un massimo di 150.000 euro per ogni progetto​.

Approfondisci i dettagli e scopri come aderire.

Esclamativa 26/11/2024 MIMIT: Contributi a fondo perduto per la transizione verde e digitale nella moda

Nuove agevolazioni per la transizione ecologica e digitale delle PMI del settore tessile, moda e accessori.

Il nuovo bando pubblicato dal Ministero delle Imprese e del Made in Italy (MIMIT) mira a sostenere, su tutto il territorio nazionale, l’innovazione e la transizione verso la sostenibilità ambientale e digitale delle imprese operanti in questi settori.


Previsti contributi a fondo perduto, fino al 50% delle spese ammissibili e con un limite massimo di 60.000 euro.

Le domande potranno essere presentate secondo le modalità e le scadenze definite nelle linee guida del decreto.

Le domande di agevolazione possono essere presentate a partire dalle ore 12:00 del giorno 11 dicembre 2024.
Esclamativa 22/11/2024 MIMIT: contributi a fondo perduto per processi produttivi sostenibili

PNRR: al via il sottoinvestimento 7.1 per sostenere la transizione ecologica e la sostenibilità produttiva

Il sottoinvestimento 7.1 del PNRR, parte della Missione 1 “Digitalizzazione, innovazione, competitività e cultura”, tramite contributi a fondo perduto, punta a supportare imprese e filiere strategiche nel percorso verso la sostenibilità ambientale. Un'iniziativa chiave per un futuro più green e competitivo.

Gli obiettivi principali includono:

  • Transizione ecologica, con incentivi per la produzione di tecnologie sostenibili come batterie, pannelli solari, turbine eoliche e pompe di calore;
  • Produzione di energia rinnovabile per autoconsumo, attraverso la creazione di impianti dedicati, esclusa la biomassa;
  • Sostenibilità dei processi produttivi, promuovendo l’efficienza delle risorse e la riduzione degli sprechi.