Bonus R&S: L'Agenzia delle Entrate chiarisce le attività ammissibili nell'industria alimentare

Pubblicate dall’Agenzia dell’Entrate in data 17/03/21 le risposte a due quesiti inerenti alle attività ammissibili al credito d’imposta ricerca e sviluppo nel settore dell’industria alimentare.

Di che cosa si tratta

Si tratta di un credito d’imposta previsto per le imprese di tutti settori, che effettuano investimenti in attività di ricerca e sviluppo.

Attività ammissibili al credito d’imposta

L’Agenzia delle Entrate ha dichiarato l’obbligatorietà degli accertamenti di natura tecnica, relativamente alla riconducibilità di specifiche attività aziendali tra quelle accreditabili, che involgono l’esclusiva competenza del Ministero dello Sviluppo economico.

Relativamente al settore dell’industria alimentare, più nello specifico riguardo il settore della ristorazione e della gastronomia, le attività ammissibili al credito d’imposta devono in generale rientrare nel quadro dello sviluppo di un nuovo prodotto o procedimento, della riformulazione di prodotti o procedimenti esistenti che sono in ogni caso proiettati al superamento di ostacoli di carattere scientifico e/o tecnologico non superabili sulla base delle conoscenze e tecnologie già disponibili.

Le attività ammissibili al credito d’imposta possono essere delineate, per esempio, come:

  • Attività finalizzate al prolungamento della vita commerciale del prodotto con l’utilizzo di studi su nuove metodologie di trattamento e conservazione degli alimenti, nuovi materiali e tecniche di confezionamento, non realizzabili sulla base delle conoscenze e tecnologie già disponibili.
  • Attività ricollegabili allo studio e alla sperimentazione di nuovi ingredienti e formulazioni capaci di generare un “effetto tecnico” o un’utilità tecnologica sui prodotti alimentari, in termini, ad esempio, di:
    • Malattie legate all’alimentazione,
    • Digeribilità,
    • Apporto di vitamine e proteine,
    • Conservazione,
    • Prevenzione delle malattie,
    • Tracciabilità,
    • Assenza di additivi,
    • Salubrità.

Attività non accreditabili

Escluse sono invece quelle attività che pur lanciando un nuovo prodotto o modificandone uno già esistente non prevedono la risoluzione di un problema di carattere scientifico e/o tecnologico non superabile sulla base delle conoscenze e tecnologie già presenti nel settore. Alcuni esempi:

  • Formulazione di nuove ricette di prodotti alimentari con l’unico scopo di modificarne il “gusto” o l’aspetto “estetico”, attraverso l’ottenimento di un sapore o di una forma diversi per venire incontro alle esigenze e ai gusti dei consumatori.
  • Attività riguardanti il design delle confezioni dei prodotti alimentari, trattandosi di modifiche riguardanti l’estetica come attività di ideazione della forma, dei colori, dei simboli grafici, e degli ornamenti delle confezioni.
  • Attività in generale orientate all’ampliamento dell’offerta commerciale, come nuovi piatti, nuove ricette o l’adozione di nuove tecniche di lavorazione e conservazione degli ingredienti già diffuse tra le imprese del settore.
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