Formazione 4.0, molti i dubbi da sciogliere

Molti ancora i dubbi delle imprese in merito alle disposizioni contenute nel decreto del Mise del 4 maggio 2018 relativo al credito d’imposta formazione 4.0.
In primis le imprese si chiedono se possano rientrare tra i beneficiari i consorzi e le reti d’ impresa e, riguardo alle tecnologie abilitanti per le quali la relativa formazione è agevolabile, auspica l’istituzione di un organismo tecnico che possa dirimere i dubbi delle imprese in merito.
Appare poco chiaro anche il metodo di calcolo del 40 % del costo aziendale dei dipendenti impiegati nella formazione che non è esplicitato se sia basato sul costo orario o sulle giornate lavorative.
Un altro aspetto fumoso del decreto riguarda la definizione delle categorie di lavoratori che possono essere incluse nel novero dei dipendenti (ad esempio soggetti con rapporti lavorativi assimilabili al lavoro dipendente e i lavoratori somministrati) e quindi rientrare nel calcolo del beneficio e soprattutto come sia possibile, nel caso degli apprendisti, soddisfare sia il requisito della formazione finalizzata al consolidamento delle competenze sia alla loro acquisizione se gli apprendisti, per definizione, devono ancora maturare delle competenze.
Infine il punto più controverso del decreto è quello che riguarda la necessità di disciplinare la formazione attraverso contratti collettivi aziendali o territoriali depositati che, visto il ritardo con il quale è stato pubblicato il decreto attuativo, in molti casi è stata regolamentata successivamente allo svolgimento della formazione oggetto del beneficio.
Nel caso in cui esistano dei contratti collettivi già siglati e depositati nel decreto emerge la possibilità che vengano semplicemente integrati con le sole disposizioni relative alla formazione industria 4.0, per permettere alle imprese di beneficiare del credito d’imposta dedicato. 
Guarda le altre notizie di Finanza agevolata
Esclamativa 09/05/2025 Regione Toscana: contributi a fondo perduto per investimenti in energia rinnovabile

La Regione Toscana ha lanciato un bando da 20 milioni di euro a fondo perduto per sostenere impianti a servizio delle Comunità Energetiche Rinnovabili (CER).

Le risorse sono così ripartite: 16 milioni destinati ai Comuni con oltre 5.000 abitanti, 4 milioni alle aree interne strategiche.

Il progetto dovrà prevedere almeno una delle seguenti tipologie di intervento: 

  • Impianti solari fotovoltaici;
  • Impianti eolici;
  • Impianti micro e mini idroelettrico;
  • Sistemi di accumulo per impianto solare fotovoltaico.

Il contributo a fondo perduto copre fino al 40% per impianti fotovoltaici e 30% nei restanti casi. Fino a 500.000 euro concedibili.

Sono ammessi interventi nuovi o di potenziamento, da realizzarsi su edifici o aree nella disponibilità della CER, e destinati all’autoconsumo e condivisione di energia.

Possono partecipare CER già costituite, enti locali, ASL, aziende ospedaliere, MPMI e professionisti membri della CER.

Domande entro il 18 luglio 2025 alle ore 16.00, tramite procedura valutativa.

Esclamativa 08/05/2025 Regione Lombardia - PMI: contributi a fondo perduto per l'ottenimento della parità di genere

La Regione Lombardia finanzia nuovamente il bando “Verso la certificazione della parità di genere”, destinato alle micro, piccole e medie imprese con sede in Lombardia.

A disposizione oltre 4,6 milioni di euro in contributi a fondo perduto, fino all’80% delle spese ammissibili.

Due le linee di finanziamento:

  • Linea A: servizi di consulenza per accompagnare l’impresa nel percorso verso la certificazione;

  • Linea B: copertura dei costi per ottenere la certificazione.

La Linea A può essere richiesta solo insieme alla Linea B. È invece possibile richiedere solo la Linea B.

I voucher vanno da 2.000 a 9.000 euro, in base alla dimensione aziendale. La certificazione deve essere ottenuta entro 180 o 240 giorni, in base alla linea scelta.

Le domande possono essere già essere presentate online, con procedura a sportello.

Scadenza: 30 giugno 2027, salvo chiusura anticipata per esaurimento risorse.

Esclamativa 07/05/2025 RUBRICA SMART 5.0 - Stage V: il passepartout per accedere al Piano Transizione 5.0

Con il Piano Transizione 5.0 si aprono scenari interessanti anche per il comparto agricolo, grazie alla possibilità di accedere a importanti agevolazioni per la sostituzione di trattrici e macchine semoventi non stradali.

Grazie ad un recente aggiornamento normativo (FAQ 4.24 del 10 aprile 2025), quando questi mezzi sono dotati di motorizzazione Stage V e vanno a sostituire veicoli obsoleti con motori Stage I o precedenti possono rientrare nei progetti agevolati previsti dal Piano Transizione 5.0

Nell’articolo della Rubrica 5.0 Smart, l’ing. Salvatore Rossini – Collaboratore Area Progetti e Consulenza di Esclamativa – illustra nel dettaglio come sfruttare al meglio questa opportunità.