Il Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica ha pubblicato un nuovo Avviso per finanziare almeno 10 progetti di ricerca industriale e sviluppo sperimentale nell’ambito della progettazione ecocompatibile e del miglioramento della raccolta, logistica e riciclo dei rifiuti di apparecchiature elettriche ed elettroniche (incluse pale eoliche e pannelli fotovoltaici). L’iniziativa rientra nell’Investimento 8 “Approvvigionamento sostenibile, circolare e sicuro delle materie prime critiche” della Missione 7 “REPowerEU” del PNRR.
Le risorse disponibili ammontano a 24 milioni di euro, di cui:
almeno il 40% è riservato a progetti localizzati nelle regioni del Sud (Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Molise, Puglia, Sardegna e Sicilia)
il 60% alle PMI e reti di imprese, con una sottoriserva del 25% per micro e piccole imprese.
Gli incentivi mirano a sostenere progetti innovativi per:
Sviluppare tecnologie di recupero e trattamento dei rifiuti di materie prime critiche e strategiche;
Integrare la progettazione ecocompatibile nei prodotti e nei processi industriali;
Ottimizzare la raccolta e la cernita dei rifiuti, garantendo un flusso costante di materie prime di alta qualità.
Possono beneficiare delle agevolazioni previste:
Le imprese operanti su tutto il territorio nazionale, che esercitano attività di produzione di beni e/o servizi;
Le imprese possono presentare progetti anche in forma congiunta (fino a un massimo di 3 soggetti) con altri soggetti dello stesso tipo o con organismi di ricerca. In questo caso, deve essere individuato un soggetto capofila. Gli organismi di ricerca possono partecipare solo come co-proponenti.
I progetti in forma congiunta devono essere realizzati tramite un contratto di rete o altre forme di collaborazione come consorzi o accordi di partenariato. Il contratto deve definire:
La suddivisione delle competenze, dei costi e delle spese tra i partecipanti;
La gestione della proprietà, dell’utilizzo e della diffusione dei risultati del progetto;
L’individuazione del soggetto capofila, con mandato collettivo con rappresentanza per i rapporti con il Ministero.
Alla data di presentazione della domanda, le imprese devono:
Essere regolarmente costituite e iscritte come attive nel Registro delle imprese;
Essere nel pieno e libero esercizio dei propri diritti, non in liquidazione né soggette a procedure concorsuali con finalità liquidatoria;
Non essere destinatarie di un ordine di recupero di aiuti di Stato illegali;
Non trovarsi in condizioni di impresa in difficoltà;
Essere in regime di contabilità ordinaria e disporre di almeno un bilancio approvato o aver presentato almeno una dichiarazione dei redditi;
Essere in regola con gli obblighi contributivi e con eventuali rimborsi di agevolazioni revocate.
Gli organismi di ricerca devono possedere requisiti analoghi alle imprese, per quanto compatibili con la loro forma giuridica, e rispettare la definizione di “organismo di ricerca” prevista dalla normativa europea sugli aiuti di Stato.
Sono esclusi dalle agevolazioni:
I soggetti i cui legali rappresentanti o amministratori siano stati condannati, con sentenza definitiva o decreto penale irrevocabile, per reati che escludono la partecipazione a gare pubbliche;
I soggetti destinatari di sanzioni interdittive;
I soggetti colpiti da cause ostative previste dalla normativa antimafia;
Altri casi previsti dalla legge come motivo di esclusione.
Le agevolazioni consistono in un contributo a fondo perduto.
La percentuale di contributo è così articolata:
50% dei costi ammissibili per le attività di ricerca industriale
25% dei costi ammissibili per le attività di sviluppo sperimentale
Le intensità di aiuto possono essere aumentate fino a un massimo complessivo dell’80%, nei seguenti casi:
+10 punti percentuali per le medie imprese e +20 punti percentuali per le piccole e micro imprese (le maggiorazioni si applicano solo alla quota di costi sostenuta dalle PMI e non all’intero progetto).
+15 punti percentuali se il progetto prevede:
una collaborazione effettiva con organismi di ricerca (che devono sostenere almeno il 10% dei costi ammissibili e avere diritto a pubblicare i risultati), oppure
una collaborazione tra più imprese, di cui almeno una è una PMI, a condizione che nessuna singola impresa sostenga più del 70% dei costi ammissibili.
Per gli organismi di ricerca, se rispettano i requisiti previsti dalla normativa europea sugli aiuti di Stato, è riconosciuto un contributo pari al 100% dei costi ammissibili. In questi casi, deve essere garantita l’assenza di aiuti indiretti alle imprese. Inoltre, gli organismi di ricerca devono specificare chiaramente quali attività sono classificate come ricerca industriale e quali come sviluppo sperimentale, rispettando le condizioni di ammissibilità previste.
Infine, non è ammesso il rimborso dello stesso costo progettuale con più fonti di finanziamento pubblico (in particolare con i Fondi UE), né il cumulo di finanziamenti per i risultati progettuali con altri programmi o strumenti dell’Unione.
I progetti ammissibili devono prevedere attività di ricerca industriale e sviluppo sperimentale, strettamente connesse tra loro e finalizzate alla realizzazione di nuovi prodotti, processi o servizi, oppure al miglioramento significativo di quelli esistenti.
Devono inoltre essere incentrati sulla progettazione ecocompatibile e sul miglioramento della raccolta, logistica e riciclo dei rifiuti di apparecchiature elettriche ed elettroniche, comprese le pale eoliche e i pannelli fotovoltaici.
In particolare, i progetti devono concentrarsi su uno o più dei seguenti ambiti:
Tecnologie, sistemi informativi e metodi commerciali nuovi o migliorati per il recupero, riciclo e trattamento dei rifiuti di materie prime critiche e strategiche.
Integrazione della progettazione ecocompatibile nella produzione di prodotti e sistemi complessi e nei processi di mercato e consumo.
Ottimizzazione della raccolta e della cernita dei rifiuti urbani, per garantire un’offerta costante di materie prime critiche di alta qualità.
Per essere ammissibili, i progetti devono inoltre:
Essere realizzati dai soggetti beneficiari/attuatori presso una o più delle proprie unità produttive ubicate in Italia.
Prevedere costi ammissibili compresi tra 1 e 2 milioni di euro;
Essere avviati dopo la presentazione della domanda di agevolazione e comunque, pena la revoca, entro 30 giorni dalla data del decreto di concessione;
Concludersi improrogabilmente entro il 30 giugno 2026;
Rispettare il principio “non arrecare un danno significativo” (DNSH);
Essere conformi alla normativa ambientale nazionale ed europea applicabile;
Rispettare il divieto di doppio finanziamento.
Le spese e i costi ammissibili (determinati secondo i criteri dell’allegato 2) sono:
a) Personale: tecnici, tecnologi, ricercatori, altro personale ausiliario e personale amministrativo/contabile, solo se impegnati nelle attività di ricerca e sviluppo (sono escluse le spese per personale commerciale). Le spese per il personale dipendente sono ammesse secondo le tabelle dei costi standard unitari indicate nel decreto interministeriale.
b) Strumenti e attrezzature di nuova fabbricazione, nella misura e per il periodo di utilizzo per il progetto. Se il periodo di utilizzo è inferiore alla vita utile del bene, sono ammissibili solo le quote di ammortamento fiscale relative al progetto. Se la vita utile coincide con la durata del progetto, i costi possono essere rendicontati per intero, previa attestazione del responsabile tecnico e valutazione positiva.
c) Servizi di consulenza, ricerca contrattuale e altri servizi, compresa l’acquisizione o la licenza dei risultati di ricerca, brevetti e know-how, a condizioni di mercato.
d) Materiali di nuova fabbricazione utilizzati per il progetto. Se si usano materiali di magazzino, il costo ammissibile è quello di inventario, senza ricarichi per spese generali.
e) Spese generali relative al progetto.
Le spese generali (lettera e) sono determinate in misura forfettaria pari al 25% del totale dei costi diretti ammissibili (voci a, b, c, d).
Tutte queste spese concorrono a determinare la spesa ammissibile indicata nel decreto di concessione. I beneficiari devono adottare contabilità separata per tracciare le transazioni del progetto, distinguendo tra ricerca industriale e sviluppo sperimentale.
Le spese devono:
Rispettare le norme PNRR e i criteri UE (SIE);
Essere sostenute dopo la presentazione della domanda;
Riferirsi a documenti contabili validi nel periodo di svolgimento del progetto.
Non sono ammesse spese per:
Strumenti usati, imposte, spese inferiori a 500 euro (IVA esclusa), spese non conformi al DNSH e al divieto di doppio finanziamento.
I prototipi possono essere usati a fini commerciali solo se costituiscono il prodotto finale e hanno costi troppo elevati per uso dimostrativo. In tal caso, i costi sono ammissibili in proporzione all’utilizzo per R&S, con eventuali ricavi da vendite dedotti dai costi.
Le domande possono essere presente dalle ore 12:00 del 5 giugno 2025, fino alle ore 12:00 del 4 luglio 2025.
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La misura sostiene le micro, piccole e medie imprese (MPMI) e i liberi professionisti lombardi nell’ottenimento di nuovi brevetti europei o internazionali, oppure nell’estensione di brevetti già depositati, al fine di valorizzare l’innovazione e tutelare il patrimonio di proprietà intellettuale regionale.