Credito d'imposta beni strumentali: Importante regolarizzare la fattura

Con gli interpelli n. 438 e n. 439 del 5 ottobre 2020 l'Agenzia della Entrate, in relazione al Credito d'Imposta per investimenti in beni strumentali, ha chiarito quando segue:

- La fattura sprovvista del riferimento all'art. 1, commi da 184 a 197, legge 27 dicembre 2019, n. 160, non è considerata documentazione idonea e determina, quindi, in sede di controllo la
revoca della quota corrispondente di agevolazione;
- In relazione alle fatture emesse in formato cartaceo, il riferimento può essere riportato dall'impresa acquirente sull'originale di ogni fattura, sia di acconto che di saldo, con scrittura
indelebile, anche mediante l'utilizzo di un apposito timbro;
- In relazione alle fatture elettroniche, il beneficiario, in alternativa, può stampare il documento di spesa apponendo la predetta scritta indelebile che, in ogni caso, dovrà essere
conservata oppure realizzare un'integrazione elettronica da unire all'originale e conservare insieme allo stesso con le modalità indicate, seppur in tema di inversione contabile, nella circolare n.
14/E del 2019.
La regolarizzazione dei documenti già emessi dovrà essere operata da parte dell'impresa beneficiaria entro la data in cui sono state avviate eventuali attività di controllo.

Cos'è il Credito d'Imposta per investimenti in beni strumentali

L'agevolazione riguarda investimenti in beni strumentali nuovi, destinati a strutture produttive ubicate nel territorio dello Stato, effettuati:

  • a decorrere dal 1° gennaio 2020 e fino al 31 dicembre 2020,
  • oppure
  • entro il 30 giugno 2021 a condizione che: entro la data del 31 dicembre 2020 il relativo ordine risulti accettato dal venditore e che sia avvenuto il pagamento di acconti in misura almeno pari al 20% del costo di acquisizione.

Sono previste tre tipologie di beni agevolabili, in base alle quali varia l'ammontare del credito d'imposta concedibile:

  • a) Investimenti in beni materiali nuovi strumentali all’esercizio dell’impresa:
  • Credito d'imposta del 6 % per investimenti fino a 2 milioni di euro;
  • b) Investimenti in beni materiali nuovi strumentali all’esercizio dell’impresa di cui all’allegato A, Legge di Bilancio 2017:
  • Credito d'imposta del 40 % per investimenti da 0 a 2,5 milioni di euro;
  • Credito d'imposta del 20% per investimenti da 2,5 a 10 milioni di euro;
  • c) Investimenti in beni immateriali nuovi di cui all’allegato B, Legge di Bilancio 2017:
  • Credito d'imposta del 15% per investimenti fino a 700.000 euro.

Per approfondire, leggi la nostra scheda 

 


 

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Le risorse sono così ripartite: 16 milioni destinati ai Comuni con oltre 5.000 abitanti, 4 milioni alle aree interne strategiche.

Il progetto dovrà prevedere almeno una delle seguenti tipologie di intervento: 

  • Impianti solari fotovoltaici;
  • Impianti eolici;
  • Impianti micro e mini idroelettrico;
  • Sistemi di accumulo per impianto solare fotovoltaico.

Il contributo a fondo perduto copre fino al 40% per impianti fotovoltaici e 30% nei restanti casi. Fino a 500.000 euro concedibili.

Sono ammessi interventi nuovi o di potenziamento, da realizzarsi su edifici o aree nella disponibilità della CER, e destinati all’autoconsumo e condivisione di energia.

Possono partecipare CER già costituite, enti locali, ASL, aziende ospedaliere, MPMI e professionisti membri della CER.

Domande entro il 18 luglio 2025 alle ore 16.00, tramite procedura valutativa.

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La Linea A può essere richiesta solo insieme alla Linea B. È invece possibile richiedere solo la Linea B.

I voucher vanno da 2.000 a 9.000 euro, in base alla dimensione aziendale. La certificazione deve essere ottenuta entro 180 o 240 giorni, in base alla linea scelta.

Le domande possono essere già essere presentate online, con procedura a sportello.

Scadenza: 30 giugno 2027, salvo chiusura anticipata per esaurimento risorse.

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